Eccoci qua, esattamente una
settimana dopo le ultime direttive date dal professore, ad aspettare la lezione
di Cinema, fotografia e televisione
del professor Castelli. Lungo la settimana il docente ha spostato e lezioni,
dopo aver fatto richiesta alla facoltà, nell’aula A.S.M. (aula Santo Mazzarino). La lezione regolarmente scritta per
mezzogiorno, però, trova un imprevisto. La grande “barriera architettonica” che
ci troviamo difronte è l’esistenza di un proiettore in sala, ma il suo mancato funzionamento.
Guasto! Dite voi, che problema c’è, si cambia! Quello che pochi sanno, al di
fuori delle quattro mura dell’università, è che ciò che manca non sono i videoproiettori
bensì soldi e permessi per acquistarlo.
Dopo
varie (ed inutili) attese arriva il verdetto finale: La presidenza non trova
soluzione e dichiara non idonea l’aula A.S.M. Che fare a questo punto?
Tutti gli occhi puntano sul
professore, il quale, con molta disinvoltura prende il microfono; ansiosi di
ricevere una risposta si attendono le parole del docente, ma la risposta che esce
è figlia di questa paradossale situazione. Così Castelli dichiara «Ho intenzione
di sospendere il corso e lascerò l’insegnamento dello stesso». Occhi
perplessi, proteste immediate. La proposta del professore è di fare lezione per
«Videoconferenza tra me e voi»,
mentre con timidezza nascono proposte anche dalla controparte «Il videoproiettore lo porto io professore»
ma la proposta viene fortemente rifiutata dal professore poiché «Non è giusto
nei confronti di studenti che pagano le tasse».
Abbiamo già chiesto dove
finissero le nostre tasse, risposta non è stata data; chiediamo ora al nostro
professore -e l’intera università degli studi di Catania- perché rinunciate a
consegnarci i nostri diritti? Non saremo anche noi “azionisti” di questo
sistema scolastico? Non investiamo denaro sperando di fruttarne conoscenza?
Sicuramente non la possiamo ottenere senza un professore che insegna e un corso
che esista. Nella speranza che la voce degli studenti arrivi fino alla
presidenza, continuiamo a scrivere orrori di vita universitaria che su, dai
nostri colleghi del nord, sembrano barzellette.
Marco D’Urso
Nessun commento:
Posta un commento